L'artista che era in lui non disdegnava il creare manifesti o locandine del film da programmare o le scenografie per tante commedie che noi giovani mettevamo in campo, cui io stesso insieme agli amici e amiche: Pierangela Maniera, Mario Secondini, Peris Conti, Vincenzina Gambaccini, Vincenzo Lorenzetti, Pietro Gambaccini, Miriam Persi, Catia Persi, Rosanna Verdini e altri ancora partecipavamo assiduamente.
Don Aurelio prete ma anche Don Aurelio insegnante. Proprio qui in questa sua veste che il caro Don mostrava per un'esigua minoranza il suo lato meno simpatico, quello che gli amici di quell'esigua minoranza aimè provavano sulla loro pelle, quello di prendersi uno scapaccione dalle sue enormi mani o peggio mi sento una bella botta in testa con una lunga riga di legno usata per il disegno.
Ma cosa facevano questi per meritarsi simili punizioni?
Gli sciocchi chiamamoli così invece di seguire la lezione di religione si divertivano a combinarne di tutti i colori, come ad esempio prendere delle povere mosche, strappargli le ali e di soppiatto introdurle all'interno delle camicette delle ignare compagne, oppure versare dell'inchiostro sulle seggiole e ancora tramite delle cerbottane fatte in casa bombardare quelli di fianco.
Oggi un comportamento così da parte di un insegnante, provocherebbe un pandemonio, minimo una denuncia per maltrattamenti a minori, ma allora era normale amministrazione, ma più che normale per come la vedo io, giusta e sacrosanta.
Il comportamento che avevamo era eccessivo, poche volte si poteva vedere una classe al completo, minimo tre, passavano l'ora non solo di religione, fuori dall'aula. I più incalliti? Oltre a me medesimo erano Farinello e Repe (Enzo Sebastianelli).
A parte questa simpatica testimonianza questo prete così particolare ha lasciato nella comunità castelleonese, un ricordo indelebile per il modo di essere, per l'integrità morale e religiosa, per la sua dedizione e per la sua grande umanità, che complice la timidezza non lasciava intravvedere.